Nell’ultimo mese si è registrato un vero e proprio boom di visite dermatologiche legate a allergie primaverili, un fenomeno che sta sorprendendo sia i pazienti sia gli operatori sanitari. Secondo i dati diffusi dalle associazioni di categoria, gli ambulatori sono stati letteralmente presi d’assalto a causa di un’impennata di eruzioni cutanee, pruriti e arrossamenti correlati all’aumento dei livelli di pollini nell’aria e a mutamenti climatici sempre più evidenti.
Gli esperti parlano di una “stagione dei pollini” particolarmente intensa: “Le piante hanno prodotto quantità eccezionali di pollini, complice un inverno mite e piogge anomale”, spiega la dottoressa Francesca Gori, dermatologa presso una struttura pubblica. Le particelle aerodisperse, secondo gli allergologi, restano più a lungo sospese per il clima secco e ventoso, incrementando i casi di sensibilizzazione e di complicanze cutanee.
Non solo chi soffre di allergie croniche è finito nel mirino di questa ondata: sempre più spesso persone senza precedenti sintomi allergici si sono rivolte ai dermatologi per episodi di dermatiti improvvise. Molti lamentano rossori persistenti, pruriti diffusi e lesioni eczematose che non trovano sollievo con i consueti rimedi da banco, alimentando l’affollamento degli ambulatori specialistici.
Le statistiche delle principali associazioni dermatologiche italiane mostrano un aumento del 35% delle visite rispetto alla media dello stesso periodo negli anni passati. La fascia più colpita risulta essere quella tra i 20 e i 50 anni, con numerose segnalazioni anche tra bambini e anziani. Il fenomeno viene attribuito in parte ai cambiamenti climatici che alterano i tempi e i meccanismi della fioritura.
La dottoressa Maria Luisa Sarti, allergologa, sottolinea che “l’esposizione prolungata ai pollini sta portando a reazioni cutanee anche di natura irritativa, non solo allergica”. A complicare la situazione, si segnalano sempre più frequentemente interazioni con smog, sostanze chimiche e utilizzo di cosmetici che possono aggravare i sintomi cutanei. Gli specialisti raccomandano di non sottovalutare i segnali e di ricorrere tempestivamente al consulto medico.
Le associazioni di pazienti chiedono maggior informazione sulle strategie di prevenzione, suggerendo azioni semplici come il cambio frequente degli abiti, la doccia quotidiana e la limitazione delle attività all’aria aperta nelle ore di maggiore concentrazione pollinica. Viene anche consigliato di aerare le stanze solo nelle prime ore del giorno e di utilizzare filtri anti-polvere sui condizionatori.
Il Servizio Sanitario Nazionale si sta attivando per fronteggiare l’incremento delle richieste, potenziando le linee di assistenza e prorogando gli orari degli ambulatori dermatologici nelle principali città. Nel frattempo, numerose farmacie segnalano un aumento della domanda di creme lenitive e antistaminici topici, segno che la popolazione cerca soluzioni immediate e accessibili ai disturbi cutanei legati alle allergie.
Guardando avanti, i ricercatori mettono in guardia sulla necessità di prepararsi a stagioni primaverili sempre più imprevedibili. Secondo il professor Luca Ferrara, docente di Dermatologia, “occorre investire nella ricerca e nell’educazione della popolazione sugli effetti del cambiamento climatico sulla salute cutanea”. Sensibilizzazione e prevenzione restano le armi principali per contenere l’impatto di questo fenomeno in costante crescita.

